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Progetto
Ovidio - database
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autore
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brano
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Cicerone
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I doveri, II, 37
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originale
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[37] Admiratione autem adficiuntur ii, qui anteire ceteris virtute putantur et cum omni carere dedecore, tum vero iis vitiis, quibus alii non facile possunt obsistere. Nam et voluptates, blandissumae dominae, maioris partis animos a virtute detorquent et, dolorum cum admoventur faces, praeter modum plerique exterrentur; vita, mors, divitiae, paupertas omnes homines vehementissime permovent. Quae qui in utramque partem excelso animo magnoque despiciunt, cumque aliqua iis ampla et honesta res obiecta est, totos ad se convertit et rapit, tum quis non admiretur splendorem pulcritudinemque virtutis?
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traduzione
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37. Sono invece ammirati quelli che, secondo l'opinione comune, superano gli altri in virt? e sono scevri d'ogni macchia morale e da quei vizi, ai quali gli altri non possono opporre una facile resistenza. Infatti i piaceri, dolcissimi tiranni, allontanano dalla virt? l'animo della maggior parte degli uomini e, avvicinandosi le fiaccole dei dolori, i pi? si atterriscono fuor di misura; la vita, la morte, le ricchezze, la povert? sconvolgono profondamente tutti gli uomini. che disprezzano con animo nobile e superiore queste cose, in un senso e nell'altro, e quando si presenta loro un'impresa nobile ed onesta, e li attira a s? e quasi li rapisce interamente, allora chi non ammira lo splendore e la bellezza della virt??
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